La tecnica delle scale nella terapia breve centrata sulla soluzione aiuta sia il terapeuta sia il cliente a concentrarsi sui cambiamenti positivi e sul percorso da seguire per raggiungere gli obiettivi.
Le emozioni e le scale nella terapia breve centrata sulla soluzione
De Shazer affermava che le emozioni vengono spesso descritte come stati interiori, anche se si manifestano sempre in un contesto sociale o interattivo. Molti clienti entrano in terapia con il desiderio di “sentirsi meglio”. Tuttavia, quando vengono invitati a chiarire cosa significhi per loro sentirsi meglio, trovano difficile dare una risposta precisa. Domande come “Come saprai di sentirti meglio?” spesso ricevono risposte vaghe, come “Non lo so, mi sentirò semplicemente meglio”. È qui che entra in gioco l’efficacia delle scale.
La tecnica delle scale permette di contestualizzare queste sensazioni astratte. Ad esempio, il terapeuta può chiedere: “Se 0 rappresenta il punto in cui hai deciso di chiamarmi e 10 rappresenta il giorno dopo il miracolo, dove ti collochi ora?” Spesso i clienti danno risposte superiori allo zero fin dalla prima seduta il che suggerisce che ci siano già stati dei miglioramenti. Anche solo fissare l’appuntamento può aver sollevato il cliente, generando speranza e percezioni di cambiamento.
Utilizzo pratico delle scale nella terapia breve centrata sulla soluzione
Quando un cliente indica di trovarsi, ad esempio, a “3”, il terapeuta chiede cosa ha portato al passaggio da “0” a “3”. Anche se il miglioramento può sembrare vago, l’importante è offrire al cliente la possibilità di articolare cosa potrebbe cambiare ulteriormente per raggiungere il livello successivo sulla scala, come ad esempio il “4”. A questo punto, la discussione si sposta spesso su segnali esterni: “Come faranno le persone intorno a te a sapere che le cose sono migliorate?”. Questo aiuta a esternalizzare i progressi, rendendoli più concreti e osservabili.
Progredire attraverso
la scala
La tecnica delle scale, oltre a fornire un quadro per parlare di emozioni e cambiamenti, è anche un mezzo per favorire la consapevolezza del cliente sui piccoli passi avanti. Un cliente potrebbe dire che chiamare un amico per un caffè rappresenta un miglioramento, passando così dal “3” al “4”. Tante volte, invece, il progresso può essere visibile agli altri prima ancora che il cliente stesso ne sia pienamente consapevole. Il semplice fatto di condividere momenti di positività con una persona cara può aiutare a consolidare i cambiamenti.
Il ruolo delle scale
nel contesto terapeutico
È importante ricordare che le scale non misurano in modo oggettivo, ma offrono un mezzo per parlare di esperienze soggettive. Un cliente che si colloca a “5” non sta facendo una valutazione scientifica, ma piuttosto una metafora del proprio stato d’animo. Le scale diventano quindi uno strumento linguistico per facilitare la conversazione e aiutare il cliente a riflettere su stati e processi interiori che sono altrimenti difficili da esprimere.
Conclusione
L’utilizzo delle scale nella Terapia Breve Centrata sulla Soluzione permette quindi ai clienti di riflettere in modo più chiaro sui loro progressi, concentrandosi su obiettivi futuri anziché sulle difficoltà passate.
Quasi sempre le terapie finiscono prima del 10, perché i clienti “stanno bene” e sono soddisfatti dei loro cambiamenti già al 7 o 8. Quando gli chiedo cosa manca, mi rispondono che per arrivare al 10 devono prima sperimentare che i cambiamenti fatti saranno duraturi e non temporanei. In altre parole esprimono la paura di “avere ricadute” o di perdere i progressi fatti. Per concludere la terapia è sufficiente a quel punto, che acquistino fiducia che manterranno i cambiamenti.
Terapia breve centrata sulla soluzione
Formazione per psicologi, counselor e coaching